lunedì 26 ottobre 2015

Nel Salotto di Camilla


Una settimana, sette lunghi giorni spesi a programmare incastri magici, vincere la ferina ritrosia (roba che in confronto il più asociale tra i cinghiali barbaricini ha doti da pr), tentare, con fatica, s’intende, un compromesso appena accettabile tra decolleté con tacco dodici e intramontabile birkenstock di teutonica eleganza, per proclamare infine in baldanzoso soliloquio: sì, ci vado!, ché l’inaugurazione del meraviglioso Il Salotto Di Camilla, non è evento da perdere. E poi... accettare l’evidenza di una inesistente capacità organizzativa, porgere il fianco ai doveri di mamma, rimandare (di poco però) la visita, nell’attesa di deliziare occhi e piedi apprezzando creazioni supermaravigliosamente fantische di amici vecchi e nuovi, muovendo il passo – il piede calzato nelle ciabatte di sempre – in uno degli spazi più frizzanti della città. 


E viaggiare a tre metri da terra, ché in mezzo a tante cose belle belle, occhieggia anche qualche uccelletto e pesciotto di cou.cou.jesca fattura. ancora un mondo di grazie, girls



giovedì 15 ottobre 2015

Giovani artisti crescono


Sia detto una volta per tutte: cou.cou.ja è lenta, prolissa e stenta assai ad arrivare al punto. Esattamente. Ma il punto qual è? Il punto è che, in coincidenza con la fine dell’anno scolastico (quello appena trascorso evidentemente) – passaggio cruciale nella vita dell’ignaro toporagno, allora imberbe allievo della scuola d’infanzia, pure destinato, sebbene ancora imberbe, a raggiungere i fasti della primaria a rapide e dignitosissime falcate –, la succitata ha voluto celebrare l’evento con una creazione speciale che, tra le altre funzioni, valesse come segno di stima e ringraziamento all’anima bella che con biblica pazienza, infinita professionalità e dolcezza prossima al martirio ha fieramente contrastato la nefasta prospettiva di trascorrere lunghi anni accanto all’assai meno paziente e dolce bimbetto. E allora che fare? Dopo innumerevoli abbozzi, progetti, elucubrazioni, financo notturne, eccolo là, l’uovo di colombo. 


Non potendo raggiungere mete tanto alte, cou.cou.ja cede le armi al giovane, anzi ai giovani. Armata di spanne e spanne di un cotonaccio insulsamente monocromo e di una modesta scorta di pennarelli per tessuto (nobilitati, però, dalla presenza di esemplari fluo, che vita!!), irrompe fulminea nelle aule scolastiche e, al grido di “e ora a voi!”, esorta l’infame ciurmaglia a fare la festa alla maestra disegnando in suo onore quanto più ad essi aggrada. 

Risultato? Un pattern da fare invidia ai designer più navigati, che ispira, rallegra, commuove fino alle lacrime. Et voilà, il cadeau di fine anno è (finalmente) pronto. Grazie di essere stata parte delle nostre vite, maestra Silvia!




tablier "Silvia" - pattern by sezione F

sabato 3 ottobre 2015

COL-LETTI


Severamente black & white, i COL-LETTI di Cou.cou.ja: colletti che parlano da soli rubando la voce ai grandi della letteratura.




La primavera parte:
pianto fra gli uccelli e lacrime
negli occhi dei pesci.
Bashō Matsuo (1644-1694)




Mi recherà qui un pesce
il fluire del ruscello?
Brume di primavera
Issa Kobayashi (1763-1828)





Perché t'amo e mi sfuggi,
pesce rosso di vita
umido dentro l'erba
palpitante nel sole?

Perché non ho parola
dura come la pietra
che ti ferisca a morte?

Così ti fermerei,
e potrei disegnarti
un arabesco sul cuore.
Alda Merini (1931-2009)





Riflessa dal ruscello
la rondine si lancia,
un pesce
Shînomoto Saimaro(1656-1737)




Sta come il pesce,
che ignora l'oceano,
l'uomo nel tempo
Issa Kobayashi (1763-1828)




C'era una goccia di mare adagiata
in cima all'ultima lucida curva
di una conchiglia
attorcigliata.
Arriva l'onda con orlo di velo
arriva e tinge la sabbia di cielo.
Culla conchiglia si muove pian piano.
La goccia di mare
tremante
scivola sul primo tornante.
Arriva l'onda con passo di piuma
arriva e porta un sorriso di schiuma.
Goccia di mare, liquida biglia
scesa la chiocciola, sbuca
nel terzo ricciolo
della conchiglia.
Arriva l'onda, arietta celeste
veste la spiaggia di vetro, e la sveste.
Culla conchiglia rotola dolce
la quarta curva e' lavata dagli anni.
La goccia di mare scende
e scorda
le notti insonni.
Arriva l'onda che tutto ribalta
piglia la
culla la gira e la volta.
Culla conchiglia depone la goccia
lenta la stende sull'acqua salata.
Ora la goccia di mare e' una goccia
addormentata.
Chiara Carminati (1971)


Colletti amovibili double face dipinti a mano con pesce imbottito 

mercoledì 23 settembre 2015

La cartella del Capitano Flint


Dopo un'estate al sapore di valeriana e biancospino - che pure, sebbene assunti a dosi massicce, non hanno minimamente scalfito un'adamantina ansia parentale -, finalmente Cou.cou.ja è riuscita nella titanica impresa: nel mentre che la madre comprimeva il condotto lacrimale e tirava su col naso pretestando un'allergia mai sofferta e comunque fuori stagione, Toporagno, imperturbabile, varcava trionfalmente il portone della scuola elementare. 


Senza neppure accennare un bacio a fior di labbra all'indirizzo della madre, attonita e pure un pelino risentita.



Cartella modello "Capitano Flint"

lunedì 21 settembre 2015

Astronauti di domani


Chissà se a quest'ora su Marte,
su Mercurio o Nettuno,
qualcuno
in un banco di scuola
sta cercando la parola
che gli manca
per cominciare il tema
sulla pagina bianca.


E certo nel cielo di Orione,
dei Gemelli, del Leone,
un altro dimentica
nel calamaio
i segni d'interpunzione …
come faccio io.


Quasi Io sento
lo scricchiolio
di un pennino
in fondo al firmamento:
in un minuscolo puntino
nella Via Lattea
un minuscolo scolaretto
sul suo libro di storia
disegna un pupazzetto.


Lo sa che non sta bene,
e anch'io lo so:
ma rideremo insieme
quando lo incontrerò.
                          Gianni Rodari

Tablier d'école mod. "Cosmonauta"

martedì 1 settembre 2015

Il kit della felicità


Alle volte capita, negli intricati e impervi sentieri di facebook, di imbattersi in tesori inestimabili. Se poi è una cara amica a indicarti la via, davvero la scoperta non ha prezzo. Dunque, dunque, ecco le regole del gioco più bello del mondo.
INGREDIENTI:
- 1 barattolo;
- 1 (o più) matite, penne ecc. ecc.;
- bigliettini di carta q.b.;


PROCEDIMENTO:

dopo aver impastato energicamente il tempo speso in ufficio, frullato fino a produrne una crema spumosa le ore trascorse nello svolgimento di affannose incombenze, mantecato con una generosa dose di stanchezza pensieri fausti/infausti, rallegrarsi di essere arrivati vivi al termine della giornata; quindi, approfittando dell’attimo fugace che precede di una frazione di secondo l’imminente, inesorabile e, vivaddio!, meritatissima catalessi, scovare nei più remoti recessi del cuore quella piccola (va bene anche se infinitesimale) occasione di gioia che ha illuminato la giornata; servendosi dell’apposito strumento scrittorio, annotare velocemente il momento suindicato su appropriato supporto (biglietti di carta, come indicato alla sezione INGREDIENTI, o similia) e riporre lo stesso entro il contenitore; attendere con pazienza nuvole cariche di pioggia (metaforica e non), quindi aprire il recipiente ed estrarre una delle infinite pillole di felicità conservate nel tempo; leggere il contenuto del testo; scoprire che la vita è bella. Sempre. Comunque.
Evitiamo inutili sentimentalismi che rischierebbero di fare di cou.cou.ja un essere umano. Diciamo solo che l’efficacia della pratica suesposta appare fin dalla teoria oggettivamente inconfutabile.
Tanto vale sperimentarne da subito la pratica.
Per la mia amica neo-ottenne, il kit della felicità

Capitano, io salpo con te



Capitano, io salpo con te

e ti seguo per mari e per monti.
Capitano, m’imbarco con te
verso il farsi dei rossi tramonti.


Capitano, io parto ma ad un patto:
che ogni giorno sul far della sera
tu ti sieda accanto al mio letto
non importa se in bonaccia o in bufera.


Tu ti sieda e mi tenga la mano
e poi canti con la tua voce
la tua voce da Capitano
il terribile uragano sul guscio di una noce
lo spaventoso assalto dei quindici pirati
le novecento specie di pesci
e i porti dove li hai pescati
gli occhi dolci e tondi degli octopus
gli enormi abissi scuri dei Nautilus
le sirene irraggiungibili
e le alghe commestibili
il suono d’onda che riempie le conchiglie
le isole che offrono tesori e meraviglie
i mille mari che hai viaggiato
i molti fari che hai vegliato
fino alle imprese che coprono di gloria
i marinai con troppa memoria.


Capitano, io parto ad un patto:
che ogni sera accanto al mio letto
dopo un giorno di sconfitte o vittorie
tu mi sommerga
nel mare delle storie.

Chiara Carminati

Quadro tessile con barchetta origami oscillante in taffetá rosso

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