C’era una volta una serial killer sartoriale con la mania delle
parentesi, che apriva, apriva, apriva, senza mai ricordarsi di chiudere. E
questo in ogni ambito possibile e immaginabile: a cominciare dalla matematica –
splendido, ma tutt’ora irrisolto mistero che il trascorrere lento e cadenzato
degli anni non è servito a disvelare neppure di n’anticchia –, in cui il
succedersi di tonde, quadre e graffe, seppure valesse a soddisfare di molto il
senso estetico frivolo e vezzoso, varcava i
confini della logica sconfinando oltre le mura della retorica. Da qui una
verbosità incontrollata fatta di incidentali, subordinate, paratassi, ipotassi,
protasi, apodosi, ablativo assoluto e chi più ne ha più ne metta, che da sempre
è riuscita a regalare a chi parla tanta gioia quanto grande, immenso,
sconfinato è il dolore di chi ascolta.
Se almeno
l’infausta abitudine dell’apri-e-non-chiudi si fosse limitata al settore
nobilissimo della chiacchiera... e invece no. Eccola là, la serial killer,
armata di ago e filo, a tirare fuori dalle matrioske della sartoria un’idea che
nasce da un’idea, che nasce da un’idea, che nasce da un’idea, in un indistinto
e melmoso magma creativo.
Per farla
breve (!), un giorno quella serial killer là incontra una leggiadra fanciulla
capace di creare l’incanto dalle cose semplici. La giovine donzella, tra le
tante, infinite doti possiede l’arte di segnare la stoffa con tratti essenziali
e pure così poetici, che ricordano la magia degli ideogrammi giapponesi.
Le mani ancora
lorde dei fili d’imbastitura dell’ultima creazione in stile vintage, la serial
killer posa metro e forbici e pensa. Pensa e ripensa. Qualche semplificazione
qua, qualche adattamento là, il grembiule diventa gonna, la gonna si adatta ad
ogni taglia e misura e, sovrapposta, puta caso, a un leggin fashion assai,
diventa, impreziosita da un pattern da paura, un capo così cool, ma così cool
che di più non si può. Perché MALILLA ha stoffa da
vendere!!!
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