Giunti al termine del desinare, sia
esso frutto di complesse elaborazioni gastronomiche o frettolosi “mettinsieme”
da fast-food, arriva un momento in cui il ventre satollo e, come tale, intriso
di benefico charma volta le spalle a un inquieto senso etico, che, prostrandosi
di fronte al misero e triste spettacolo degli avanzi, si domanda: “e adesso?”.
Soccorre, sia lode al cielo!, il responso dell’oracolo editoriale di moderne
massaie: «Croste
di parmigiano oppure le patate lesse avanzate, ma anche le carote usate in un
brodo o semplici fette di pane rimaste sul tavolo. Tutto può avere un futuro in
cucina».
Che tale aurea regola
possa trovare conferma nel meraviglioso mondo della couture créative?
Tutto può avere un
futuro anche in cucito?
Quasi sicuramente no, ma
l’indomita cou.cou.ja, rovistando nei bustoni rimandati indietro dalla Caritas diocesana,
in un furioso impeto ri-creativo e in nome di una incosciente ecosostenibilità
dosa gli ingredienti delle sue ricette per un cucito rivoluzionario, etico e un
tantino azzardato.
Ricetta n. 1
Ricetta n. 2
cintura obi – patron maison
scamiciato haiku – patron Astrid Le Provost
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