È successo così: incombeva la vigilia di Natale e, con essa,
il carico di stress emozionale e digestivo che ne sarebbe derivato (pranzi,
cene, merende colazioni coi parenti, visite agli zii che neppure sapevi di
avere, rimpatriate con vecchi amici che, se li hai persi di vista, un motivo ci
sarà pure...). E mentre Toporagno, impalato come uno stoccafisso innanzi al
finto abete luccicante, cantava carole natalizie in un idioma vagamente
anglossassone, e Monsieur le Grand Souris impastava con foga da fornaio
consumato chili e chili di biscotti alla cannella assicurando una scorta sufficiente
al lustro che ha da venire, Cou.cou.ja, il volto oscurato da un cipiglio da
gastrite psicosomatica, sospirava annoiata e rassegnata al martirio.
Quand’ecco che, dal retro dello schermo, la Tuli
occhieggia e irrompe, seppure figurativamente, nel divano prima che i
cou.cou.jeschi propositi di fuga riescano ad avere il sopravvento. Di là,
spargendo a piene mani petali di entusiamante gaiezza, le racconta di una
spacciatrice anonima di dolcezze che fanno tornare il sorriso, di una
strampalata stangona d’oltreoceano che dipinge i muri di una brutta scuola,
sostiene le persone che hanno bisogno di tutto ma non di dignità (ché, di quella, ne hanno da vendere) e si diverte a
scribacchiare su tovagliette di carta frasi leggere che pesano come macigni. Eh,
sì, perché sostiene la biondona, «tutto ciò di cui pensi debba essercene di più
puoi farlo a casaccio». Come la gentilezza, appunto. Da qui l’idea, tutta da
copiare, della Tuli: far piovere, ovunque, comunque, gocce di gentilezza,
perché, questa cosa qui della gentilezza, è una malattia, un virus contagioso,
ma, anziché tapparti il naso come il raffreddore, ti stura la mente e ti
spalanca il cuore.
Quindi?
Quindi fai così:
a) prendi una stoffaccia senza personalità;
b) disegnaci sopra un insettino grazioso (ché non son mica brutti, gli insetti,
tutt’altro!) e cortese, che azzarda un timido ciao-ciao dietro un sorriso
piccolo piccolo;
c) confeziona... mmmm... confeziona... ecco, questo è un
problemaccio ...confeziona un puntaspilli, no, un portachiavi, no, un softie
anti-stress, no, una spallina anni ottanta... insomma confeziona un coso;
d)
scegli per lui un posticino carino dove aspettare un nuovo amico cui donare
gentilezza;
e) scatta foto ricordo;
f) scappa prima che qualcuno si accorga di
te.
semplice, no?
[N.d.R. nel rispetto del vero, va detto che, almeno in
riferimento all’esemplare 01, il punto d) e il punto f) hanno messo a dura
prova la innata capacità di sintesi analitica e la proverbiale leggiadria
dell’atletica Cou.cou.ja].
goccia di gentilezza # 1 - portachiavi? puntaspilli? antistress? spallina anni '80? criptoelevatore da scarpa per mancati spilungoni? ...
Meraviglioso! Benvenuta tra le persone gentili! <3
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