Malilla è una giovane maker
dell’entroterra di un’isola bella e soleggiata.
Cou.cou.ja è una maker un pelino
più stagionata dell’entroterra di un’isola bella, soleggiata tanto, tanto
ventosa.
Malilla è una fanciulla aggraziata ed equilibrata.
Cou.cou.ja è una (attempata)
fanciulla goffa, capace di cadere rovinosamente senza muovere un passo.
Malilla ama le linee semplici ed
essenziali.
Cou.cou.ja ama le linee semplici,
ma anche quelle complesse, essenziali, ma anche elaborate.
Malilla è black and white e, alle
volte sì alle volte no, un tocco di rosso, giusto quel tanto che serve per
sorprenderti e non farti mai, proprio mai, abbassare la guardia.
cou.cou.ja è black and white. E
rosso. E giallo, e verde, e arancio, e fluo, e righe, e pois, e quadri, e tinte
pastello, e...
Malilla è l’infiorescenza della
carota selvatica, così silvestre e così delicata, ora distesa verso il cielo a
godere del sole che scalda e della pioggia che rinfresca, ora chiusa a palla a
beffarsi del vento che soffia, del temporale che imperversa. Malilla è i petali
bianco-rosati dei suoi fiori di cui, leggenda vuole, le belle dame della corte
inglese di Giacomo I ornavano i loro capi gentili.
Cou.cou.ja, i suoi, di capelli,
troppo corti per rivelare l’innata tendenza al crespo e l’indefinito
cromatismo, non li orna affatto e non conosce la differenza tra un cactus e una
margherita (“carrot flower? ah, sì, il papavero, vero?!”).
Malilla ama cucire.
Cou.cou.ja ama cucire.
Malilla ama le differenze.
Cou.cou.ja ama le differenze.
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